Pavimenti in resina e gres a confronto: caratteristiche e guida alla scelta

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Il mondo dell’edilizia ha da qualche anno allargato il suo orizzonte sul fronte delle pavimentazioni. L’avvento della resina nelle sue varie applicazioni ha letteralmente sconvolto il modo di concepire il design moderno. E’ così che questo materiale viene a scontrarsi – sul mercato e sulle scelte degli acquirenti – con una vera e propria certezza: il gres porcellanato. Facile da acquistare e con un’ampia libertà di scelta per ciò che concerne colori e fantasie, per interi decenni ha aiutato le famiglie a rivestire con costi anche contenuti le proprie abitazioni.

Oltre alle tecniche di applicazione profondamente differenti, le proprietà di questi rivestimenti divergono sotto qualsiasi punto di vista. Per quanto le ville ed i “concept design” più moderni sembrino prediligere la resina, il gres ha ancora molto da dire sul mercato dei rivestimenti. Scopriamo, a seguire, i segreti e le caratteristiche di ciascuna di queste due tipologie di pavimentazione.

Cos’è un pavimento in resina?

Per quanto in espansione come utilizzo su larga scala, la resina soffre senz’altro di non pochi pregiudizi sul proprio conto. In molti, forse troppi, sembrano concepirla come opzione esclusivamente adatta ad esterni o ad ambienti per uso lavorativo come uffici, palestre o garage. Un rivestimento in resina consiste – fattualmente – in una colatura del suddetto materiale al di sopra di un massetto perfettamente pulito e levigato. Teniamo a sottolineare che questa pavimentazione è tranquillamente applicabile anche su sistemi di riscaldamento a pavimento: uno dei maggiori pregi – in questo ambito – è quello di poter avere una dispersione termica vicina allo zero.

Lo spessore di questi pavimenti varia a seconda della tipologia che andrete ad utilizzare, ma di rado supera la soglia dei 5mm di spessore. Una delle caratteristiche più importanti dell’impiego delle resine risiede nella possibilità ampissima in termini di personalizzazione. Qualsiasi sia il vostro desiderio in termini cromatici potrà essere esaudito, a patto che siate disposti anche a sborsare delle cifre abbastanza impegnative (al metro quadro). Uno dei rivestimenti più richiesti – ma anche più resistenti – che utilizzano la resina è la pavimentazione in microcemento. A differenza delle resine non cementizie di alta gamma, questo rivestimento risulta essere più economico (ma anche meno personalizzabile). 

Resina e gres a confronto: cosa scegliere?

E’ cosa nota che queste due tipologie di rivestimento siano profondamente diverse anche nella metodologia di applicazione. Da un lato abbiamo a che fare con una serie di piastre cotte a temperature elevatissime (1200 – 1300 °C) prodotte con particolari argille. Dall’altro, abbiamo a che fare con una serie di miscele resinose che con l’aiuto dell’acqua danno origine al composto resinoso pronto da stendere. Per quanto il gres sia particolarmente prediletto per utilizzi interni (abitazioni civili, cantine, garage), ultimamente ha riscontrato un suo impiego per gli esterni su terrazze e grandi spazi di abitazioni private.

Non esiste una risposta univoca su quale rivestimento preferire tra i due. Tutto dipende dall’utilizzo che farete delle abitazioni (o più in generale degli spazi da pavimentare) e dal gusto che volete imprimere. Certamente, il gres è un tipo di pavimentazione che si presta maggiormente ad un uso privato. Il concetto applicativo di questo rivestimento di basa sulla posa di appositi collanti sotto ciascuna piastra e tra quelle confinanti (le fughe). Per quanto resistentissima ai graffi, gli usi industriali non sono assolutamente raccomandabili. Per ciò che concerne le abitazioni civili, diversamente, le resine “pure” si prestano a lievi micrograffi se sottoposte ad usi intensi. Inoltre, un’eventuale posa non effettuata a regola d’arte aumenta il rischio di fessurazioni nel lungo periodo. 

Pregi e difetti delle resine

Pregi:

  • Adatte a qualsiasi tipo di ambiente, dagli impieghi industriali sino ad uffici ed abitazioni per uso civile
  • Ampiamente personalizzabili per ciò che concerne colorazioni ed eventuali impasti con polveri cementizie
  • Facili da mantenere e pulire
  • Resistenza molto elevata anche con carichi particolarmente pesanti: è il materiale di elezione per industrie, fabbriche e ambienti di lavoro.

Difetti:

  • Costo al metro quadro più elevato rispetto al gres porcellanato
  • Le resine pure (non cementizie) si prestano ad avere graffi

Pregi e difetti del gres porcellanato

Pregi:

  • Resistenza elevatissima a graffi e cadute accidentali di oggetti. La finitura porcellanata non si scalfisce e resiste tranquillamente per decenni conservando intatta la sua resistenza originaria.
  • Ampia possibilità di scelta: per quanto non personalizzabili alla stregua delle resine, anche il mercato del gres offre fantasie, forme, grandezze e colorazioni per tutti i gusti.
  • Facile da posare: la posa di un pavimento in gres è piuttosto semplice in quanto si basa su tecniche tradizionali che si prestano facilmente anche al mondo del fai da te.
  • Resa di lungo periodo costante, non subisce modificazioni con umidità o condizioni atmosferiche estreme. Il gres è garanzia di qualità intatta.

Difetti:

  • Le fughe sono il più grande compromesso estetico da concepire quando si pensa al gres. Gli interstizi tra le piastre sono un problema inesistente quando si parla di resine.
  • Un lavoro non eseguito a regola d’arte presta il fianco alla creazione di dislivelli che possono essere scomodi quando si cammina a piedi scalzi o si sposta un mobile.

Consigli utili per la scelta del miglior rivestimento

Seppur la modernità detti degli schemi architettonici molto puliti con linee dritte, decise e risolute, non è detto che tutto ciò faccia sempre rima con la praticità di utilizzo. Il maggior compromesso da tenere a mente quando si sceglie un pavimento in resina (soprattutto pura) è quello secondo cui si deve tener conto dei piccoli graffi. Il tempo può (non sempre) imprimere sulla superficie resinosa delle abrasioni provenienti da cadute accidentali o fenomeni di ingiallimento da sovraesposizione di raggi solari.

Per ciò che riguarda il gres, senz’altro non riscontriamo quella libertà di personalizzazione che è propria della resina. Oltretutto non rinveniamo dei possibili impieghi in ambito industriale: per quanto resistenti, le piastre rischiano di spezzarsi. Gli impieghi particolarmente pesanti che non prediligono il gusto estetico nel lungo periodo (visti i numerosi graffi che contraddistinguono gli ambienti di lavoro usuranti) sono certamente appannaggio delle resine.

In conclusione, possiamo affermare che – per quanto siano entrambi degli ottimi rivestimenti – tutto risiede nelle mani dell’acquirente. Quale uso si farà dell’ambiente che si vuole pavimentare? Lo “scontro” non è solo tra modernità e tradizione, ma verte principalmente sul tipo di utilizzo di uno spazio. Il nostro consiglio è quello di scegliere coscienziosamente sulla base delle singole esigenze.